→ Vedi la Presentazione dei Monologhi del FridayOnSaturday
→ Vedi tutti i Monologhi del FridayOnSaturday
Oggigiorno son tutti comici.
Per un blog che si ispira al senso dell’umor simpatico presente in ognuno di noi, è ora di prendere di petto la questione: dovete rendervi conto che chiunque sa fare una battuta ma non tutti facciamo ridere.
Questo mi pare abbastanza ovvio; però vorrei capire perché la maggior parte di noi, messo di fronte all’evidenza, se la prenda tanto.
Peggio che sentirsi accusare di aprassia, artatatezza, atarassia – e mi fermo alla “a”; non so, son queste le offese che mi fanno andare il sangue alla testa e nemmeno so se esistono come parole – c’è la sottile vergogna del: «non fai ridere» che scuote la sensibilità di chi, forse, non ci aveva nemmeno mai pensato.
«Non faccio ridere» e è come se mi fosse stata sottratta con l’inganno qualcosa che sapevo di ottenere facilmente; come se improvvisamente mi rivelassi uno che non è capace di fare, pur avendo a disposizione la conoscenza e tutti gli strumenti e gli strumenti della conoscenza che chiunque possiede.
La mente corre al vecchio amico di famiglia di quando eravamo bambini: ci faceva la battuta scema appena eravamo in vista e gli altri adulti, per un rispetto che allora non potevamo comprendere, annuivano soddisfatti guardandoci con una premura che forse era sottesa preghiera di non rispondere male.
Era ridicolo, l’avevamo già capito, ma come lo abbiamo distinto dal senso del comico?
Forse proprio intuendolo da quello che non ci faceva divertire, quando il motto di spirito pareva più un’abitudine da estranei strambi.
In fondo, “provare divertimento” è una cosa prima di tutto intima ma non solitaria; è “comico” qualcosa che ci arriva dal di fuori e infrange la sicurezza di quelle poche certezze che abbiamo e alle quali siamo assuefatti.
La piacevole abitudine, nel cerchio ristretto delle persone che si conoscono, di dire quello che già sappiamo, magari trovando ogni volta nuove formule per dirlo in modi diversi, potrà anche divertire ma è solo vivace conversazione.
Saper di potere essere comici è senz’altro il merito maggiore che bisogna guadagnarsi parlando agli sconosciuti, indipendentemente da quello che si sta dicendo in quel momento.
Dopo, c’è solo l’esserlo quando non si vorrebbe.