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Non ce l’ho con i cani. Con il mio sì. Ha quasi vent’anni ma niente, non muore.
In realtà non è il mio cane. Diciamo che mi è stato imposto e ho già controllato: al canile non li prendono se non sono autosufficienti.
In strada, un tizio mi fa osservazione, dicendo che devo pulire dove il cane sporca: gli dico che non è il mio cane.
E lui: «Cosa?» – perché la gente non si aspetta mai che tu interloquisca alle loro parole? Hai risposto alla stessa distanza, con lo stesso tono, imitandone persino la voce – «Cosa?».
Vien da rispondergli: «La merda rosa», invece mi invento che sto solo facendo un favore a un amico.
Il tizio non recede e risponde che non c’entra e che devo pulire lo stesso; io dico che no, se il favore all’amico è quello di smerdare di cane la via.
Quando dico che non sono un amante degli animali vengo guardato strano ma perché dover mentire? Detesto anche i bambini ma nemmeno l’animalista più convinto ha mai detto di riporre nella cutrettola la speranza per il futuro!
Il fatto è che questo cane… è insopportabile: non fa niente se non mangiare o dare la forte impressione di pensare al mangiare; ma sono così tutti i cani?
Una volta i cani non abbaiavano quando volevano farti capire una cosa?
Questo ti guarda sempre con quell’affetto, quegli occhioni che ti scavano nell’anima e pare sussurrino: “Mangiamo?”
Mi dicono: «si vede che è così affezionato a te…» ma si sarebbe affezionato pure al “Dottor Morte” se gli avesse riempito lui la ciotola e, certo, non è detto che se ne avesse avuto uno, adesso il suo cane non stia soffrendo per la dipartita – però scodinzolando freneticamente, conoscendo il padrone.
In realtà, questo cane, deve essersi davvero affezionato al melange del mio odore mischiato a quello dei suoi croccantini – che schifo.
L’età non lo aiuta ma nemmeno da giovane pareva meno rintronato; ho provato anche a farlo diventare un soggetto psicologico, come va tanto di moda oggi.
Tutto quello che ho ottenuto è il senso di colpa dalla consolazione che mi viene quando penso che, se lo lasciassi andare senza guinzaglio, finirebbe sotto un’auto all’istante.
È questo potere di eliminarlo, se solo lo decidessi, a mantenermi sobrio.