→ Vedi la Presentazione dei Monologhi del FridayOnSaturday
→ Vedi tutti i Monologhi del FridayOnSaturday
Starei a sentire per ore i predicatori internettiani, moderni evangelizzatori dell’avvento sul web, salvatori di anime della rete, la cui forza nella fede è pari al credere che verranno ascoltati per tutta la durata del podcast.
Li metto spesso come sottofondo tanto, bene o male, non ce l’hanno quasi mai con me: a farne le spese sono i sodomiti, gli abortisti, i comunisti, i musulmani, altri predicatori, i senzadio in genere, i sodomiti – meglio nominarli due volte -, le nuove generazioni, le star dello spettacolo e così via, maledicendo.
Una delle frasi più spesso ripetuta perché ambigua, quindi già in odore di peccato, è: il vero trionfo del demonio sta nel farci credere che non esista.
Cioè, il demonio ci sarebbe ma farci pensare il contrario è la sua massima ambizione: certo, se non ci fosse, mai più andrei di notte, in una chiesa sconsacrata, nudo e con un pentacolo disegnato sulla pancia.
Loro non lo dicono chiaro ma agire è, in fin dei conti, pericoloso: meglio sarebbe stare fermi al proprio posto come lampioni, giusto per non commettere errori – e pure questo mi pare difficile, dovendosi assentare per andare a procurare una gallina prima del plenilunio.
D’altra parte, quale demonio andrebbe in mezzo ai timorosi? Tutta gente che già lo riconosce quando gli viene detto.
Ne so poco di morale – e quel poco, per sentito dire da un tizio che non termina una frase senza fare l’occhiolino – ma abbastanza, da temere che il demonio mi stia ispirando proprio in questo momento: come posso sapere se un’azione è spinta dal peccato se non l’ho prima compiuta?
Dopo averla compiuta, cosa mi serve sapere che aver picchiato col bastone un sodomita era cosa da non fare – e siamo poi sicuri che il predicatore non approverebbe, quando nessuno guarda?
Bene e male sono soggettivi, o meglio, niente è mai proprio bene-bene e niente male-male e insomma bastonare è un po’ troppo, forse. Meglio il ludibrio, allora, anche se poi mi prendono in giro perché sbaglio a volgerlo al plurale.