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Vivo da sempre come fossi in un monolocale con ambizioni.
Ogni volta che in bagno viene tirato lo sciacquone, le canne vibrano e la memoria ritorna a quando, giovane eccitabile, ascoltavo arpe birmane sulla riva dell’oceano.
Ormai in casa hanno capito tutti che i semini piantati nei vasettini di “Esperimentini nella serrina” non provenivano veramente dalla bustina con sopra scritto “Origanino”.
Se c’è una cosa che detesto è l’umorismo involontario e mi guardo bene dal cadervi conservando un tono asciutto nel discorrere.
Dalla mia finestrella, che mostra di lontano la piazza del paese, scorgo talune volte, giovani donne in costumi regionali e diversi piatti tipici: insomma la vista può essere monotona… ma ho la soddisfazione di farmi sempre qualche bella sagra.
Di me posso dire che sono spesso lodato dai miei genitori, anche in pubblico, anche a sproposito, per non avergli fatto spendere soldi in velleità universitarie come quei debosciati dei miei fratelli laureati.
Grazie, mamma e papà ma non morderò il freno ancora a lungo, so bene cosa voglio: essere un tipo in gamba, avere auto veloci, vestiti sempre alla moda, belle donne e tutti che mi chiamino “Miami Vice”!
Per adesso sto qua in vestaglia a scrivere al computer o guardare la tv: una vita a nascondere quello che scrivo dietro altre applicazioni e non far vedere cosa guardo, appena qualcuno entra nella stanza.
Sapete bene com’è; tutti coloro che vivono assieme lo sanno.
Io è un po’ che sono al mondo e non ne ho proprio idea.